Alla prima edizione vi parteciparono soltanto giocatori italiani. La ditta Principe di Firenze si offrì come sponsor principale e da allora la manifestazione venne conosciuta in Italia e all’estero con il nome “Trofeo Principe”. Nel maschile vinse Rivaroli, mentre nel femminile si ebbe un vero e proprio trionfo della Lazzeri - giocatrice allora ai vertici italiani - che affrontò in finale Monica Bertoluci, sorella di Paolo, dotata di un rovescio degno del fratello.

L’edizione successiva raggiunse una dimensione internazionale. Ci fu la partecipazione delle rappresentative ufficiali di Germania Ovest, Ungheria, Spagna e Svizzera oltre all’isolato sudafricano Rory Chappel. Nell’albo d’oro della manifestazione appare proprio Chappel il vincitore superando in finale il portacolori del circolo organizzatore, Patrizio Parrini. Nel femminile vince la sedicenne tedesca Eva Pfaff che si impone su Barbara Rossi. Rory Chappel, mancino, il primo tennista-personaggio del Torneo di Firenze. Quell’anno si afferma, nel tabellone riservato agli under-16, Patrizia Murgo - tennista biancorossa - che da prova del suo talento che, anni dopo, la porterà ad essere la migliore juniores italiana, la prima a giungere ai quarti nell’Orange Bowl.
Nel 1978 il torneo è ricco di colpi di scena. La presenza straniera è ancora quella dei quattro paesi dell’edizione precedente. Di novità da registrare la presenza delle squadre azzurre “controllate” dai tecnici federali Victor Crotta, Gaetano di Maso e Orlando Sirola. Tra gli juniores (Grand Prix WIP Junior) vince il cagliaritano Fabrizio Murgia che si impone su Marco Ferrari. In campo femminile bella prova di Manuela Zoni che batte in finale la tedesca Van Oyen. Nei tabelloni under 16 (Trofeo Gold Medal Atkinsons) successo tutto straniero: nei ragazzi vince il piccolo iberico Antonio Capella, nelle ragazze la svizzera Isabelle Villinger.

Si parte, nell'edizione 1979, con la cifra record di 247 presenze.Manca Moscino, tra i migliori italiani che i tecnici hanno dirottato verso i tornei del primo “circuito satellite” italiano e manca Stefania Cicognani, convalescente a causa di una lunga malattia. Ci sono però i neo campioni europei indoor Beutel e Zipf e c’è la tedesca Eva Pfaff che aveva vinto nel 1977. La rappresentativa italiana femminile è guidata da Evelyne Papale, fresca arruolata nella famiglia federale. Il livornese Fausto Criscuolo, all’esordio nella categoria juniores, non compare tra le teste di serie ma gioca bene, anzi benissimo tanto da eliminare in finale il numero uno del seeding Bruno Capineri.

Tra le juniores il verdetto è per la bionda Pfaff ma la cecoslovacca Skuherska (ancora la rappresentativa di quel paese non era ufficiale) le tiene testa per due terzi della bella finale. Tra gli under 16 un Urbinati “rinnovato” da sei mesi di cura a Formia batte in finale il favorito Luca Bottazzi. Un finale tutto italiano nel femminile, con vittoria di Elena Falappa che batte Wanita Nesti.
Alla sesta edizione del “Trofeo Principe” Francesco Cancellotti e Patrizia Murgo tra gli juniores, lo spagnolo Josè Vegas e una giovanissima Raffaello Reggi sono i nomi che si aggiungono nell’allbo d’oro. Annota la rivista specializzata Match Ball: La prima constatazione offertaci dal torneo fiorentino è che il tennis giovane del 1980 si sta ulteriormente livellando su un piano, uno standard eccellenti che riflettono nel migliore dei modi sia il continuo allargamento di base del tennis nostrano, sia la crescita qualitativa delle “scuole” gestite dai circoli. Francesco Cancellotti era stato in quel 1980 artefice della vittoria italiana, assieme a Luca Bottazzi, nella Winter Cup.

Siamo al 1981. Questa edizione del torneo apre il nuovo circuito italiano dei tornei internazionali juniores facenti parte del calendario dell’ETA, la federazione europea. Rispetto alla passata edizione scompaiono i singolari under 18 a favore di tabelloni unici dove competono allievi e juniores assieme ma soprattutto il torneo entra nella classifica mondiale under 18 e di conseguenza viene inserito tra le 56 prove dello Junior World Ranking. Assenti Bottazzi e Cancellotti ecco arrivare sulla scena fiorentina Paolo Canè che disputerà un buon torneo, eliminato in semifinale da Simone Colombo che si aggiudica la vittoria. Si affaccia alla ribalta anche Sandra Cecchini, sotto la guida del tecnico Di Domenico (college di Latina).

La Cecchini domina il tabellone fino alla finale, quando fatica a battere Begona Erana De Castro, madrilena del Club de Campoo. Si mette in evidenza Barbara Romanò, sedici anni appena compiuti. Nel complesso, quella del 1981, una edizione in tono minore che farà così commentare la manifestazione al quotidiano La Nazione: “Probabilmente gli organizzatori fiorentini sbagliano nel puntare sulla quantità. Firenze ha bisogno di tabelloni ridotti ma robusti. La data, quella della settimana pasquale, è buona, la città non ha bisogno di essere pubblicizzata. Occorre allargare la partecipazione straniera e puntare a quel primo gruppo per una maggiore assegnazione di punteggio che il torneo si merita”.

L’en plein compiuto dal neo juniores Michele Fiorini (anche il doppio con Canè) e il successo riportato dalla quattordicenne Federica Bonsignori costituiscono il liet-motiv dell’ottava edizione del torneo. Come auspicato, cresce la presenza degli stranieri ed esordisce la rappresentativa dell’Unione Sovietica che invia sui campi delle Cascine due ragazzi e due ragazze, tra i quali il diciassettenne Sergei Bakai, giunto ai quarti nei campionati europei.

Il 1983 resta nella storia del torneo come l’anno della pioggia. Se non fosse stato per l’esperienza del giudice arbitro Catullo Bergamasco e i campi coperti messi a disposizione dei circoli Club Sportiivo e Florentia, la conclusione della manifestazione sarebbe stata messa a dura prova . Tanto è vero che proprio in quell’anno, l’albo d’oro del doppio si blocca con la frase “la gara si è fermata ai quarti”. In questa edizione bagnata hanno fatto centro Marcello Bassanelli, diciottenne bergamasco, allievo di Mario Belardinelli a Formia e Silke Meier, quindicenne tedesca. Sono assenti tutte le nostre juniores perché impegnate nei tornei open da diecimila dollari e sono assenti Fioroni e Canè spediti a Johannesburg dal settore tecnico.

Diversi e interessanti motivi caratterizzano l’edizione 1984 del torneo. Prima di tutto la presenza al completo dei migliori under 18 e under 16 italiani seguiti dal tecnico Vittorio Crotta e “controllati” da Adriano Panatta e Paolo Bertolucci. In campo femminile, sono assenti le under 18 azzurrine (impegnate nei challenger da diecimila dollari) ma si mettono in luce le sedicenni. Infine, importante la presenza di tredici nazioni europee tra le quali incominciano a far “numero” le rappresentative dei paesi dell’Est. Questa volta a salire sul podio è il messicano Augustin Moreno, mentre finalista è un sorprendente Roberto Raffa, neo junior milanese. Nel femminile si fa onore la giovanissima italiana Lorenzia Jachia che tuttavia deve cedere in finale alla più titolata brasiliana Niege Dias.

Il 1985 è l’anno di una delle nostre giocatrici migliori, la milanese Laura Golarsa. C’è inoltre da rilevare che proprio a partire da questo 1985, il torneo delle Cascine vedrà il suo pubblico aumentare notevolmente la presenza, soprattutto nei giorni delle semifinali e delle finali che coincidono sempre con il lunedì pasquale. Torniamo alla Golarsa che non solo vincerà in finale sulla belga Anne De Vries ma in coppia con l’altra milanese Vach, si aggiudicherà anche il doppio. Nel maschile spicca il nome di Stefano Mezzadri che, tra l’altro, avrà il merito di aver superato in semifinale il diciottenne rumeno Mihnea Nastase, nipote del grande Ilie.
L’anno successivo, il 1986, determina il passaggio della predominanza dei tennisti italiani nell’albo d’oro quali vincitori e finalisti a quella degli stranieri, alcuni dei quali destinati - come vedremo - a primeggiare a livello mondiale. E’ l’anno nel quale la direzione del torneo è affidata a Sergio Palmieri che già conduceva l’ATP di maggio. Palmieri riesce a portare a Firenze due “gioielli” del vivaio spagnolo: Javier Sanchez e Tomas Carbonell. Il primo è fratello del più famoso Emilio ed ha alle spalle la vittoria agli internazionali under 18 del Messico e della Columbia. Sanchez vince questa edizione del torneo superando in finale l’italiano Eugenio Rossi, nonostante il grande tifo del pubblico. Ancora una straniera, l’argentina Bettina Fulco, inserisce il suo nome nell’albo d’oro; ma non è una sorpresa, a Firenze si era portata dietro vittorie mondiali a Portorico, Cile e semifinali all’Orange Bowl e Argentina. Sul torneo scrive il tecnico azzurro Roberto Lombardi: “Quest’anno il torneo fiorentino ha compiuto un salto di qualità dal punto di vista tecnico. E’ apparso più ordinato, mentre la partecipazione straniera è stata ottima, forte della squadra spagnola al completo e della rappresentativa svedese”.

Il sorriso dolce e timido, vagamente melanconico, un bagaglio tecnico di prim’ordine, è lei la protagonista del torneo delle Cascine, anno 1987. Parliamo di Conchita Martinez, la tennista spagnola arrivata sconosciuta in Italia direttamente da Barcellona, tra le migliori allieve di quella importante scuola tennistica. Prima di Firenze, la Martinez aveva dominato il torneo internazionale di Prato ma era ancora sconosciuta perfino ai tecnici. Era la prima volta che, assieme alla sua maestra federale, lasciava la Spagna per esibirsi all’estero e, dopo Prato, Firenze l’avrebbe lanciata a livello mondiale. La Nazione è stato il primo quotidiano italiano ad accogliere una “breve” intervista della Martinez. Lì aveva parlato della famiglia, dell’amora per il tennis, della voglia di andare avanti. E avanti Conchita Martinez ci è andata davvero. A Firenze entra in finale senza il minimo sforzo e qui supera anche l’americana Grossman. Nel tabellone maschile, una coppia italiana raggiunge la partita della finale.: Federico Mordegan e Renzo Furlan. Vince Mordegan, ma il suo avversario è già in grado di esprimere un buon tennis e tanta grinta.

Anno dopo anno il torneo arricchisce di nomi importanti il suo albo d’oro. Nel 1988 è la volta dello svizzero di Ginevra Marc Rosset. Altissimo, dal fisico esile ma dalla grande potenza di colpi, questo è Rosset, diciotto anni, a Firenze. Reduce da una vittoria di categoria nel campionato svizzero, Rosset domina il torneo: nei quarti supera Furlan, in semifinale Ardinghi e in finale si trova Federico Mordegan. Lui è il più forte e lo dimostra, vincendo il torneo. Nel femminile primeggia la viennese Petra Ritter che in finale supera l’olandese Grubben. Ancora una volta tutte le italiane sono uscite ai quarti.

Si chiama Jennifer Capriati, tredici anni e nel 1988 aveva trionfato all’Avvenire di Milano. Giunge a Firenze (edizione 1989) non sconosciuta come la Martinez e Rosset ma già carica di onori. E’ figlia di padre italiano e di madre americana. Una sua intervista sulla Repubblica, concludeva così: “Non voglio crescere troppo in fretta, non ne ho bisogno. Ho una famiglia splendida, tanti amici e tanti hobbies. Il tennis è il mio futuro, non la mia vita”. Davanti ad un folto pubblico, l’americanina supera in finale Francesca Romano (quattro anni maggiore di lei) concludendo un torneo giocato senza incertezze, dall’alto di una classe inimitabile. Nel tabellone maschile si impone l’austriaco Reinhard Wawra contrapposto al belga Fhilip De Wulf. Due estremi regolaristi da fondo campo.

Nel 1991 i paesi che prendono parte al torneo sono ventisei. In quell’anno però si apre un problema. L’I.T.F. e l’E.T.A., i due organismi internazionali preposti al tennis giovanile non possono concedere al torneo fiorentino il passaggio alla “prima categoria” cioè quella in grado di assegnare il maggior punteggio per il titolo mondiale juniores. Il perchè è presto detto. Il torneo si svolge da sempre nel periodo pasquale, una data quindi oscillante, mai fissa. Il fatto di non presentarsi nel calendario del “circuito” dello Junior World Ranking una data fissa gli preclude il passaggio alla più alta categoria. Intanto, quell’anno, sul “centrale” vince Corrado Borroni con finalista Reinhard Wawra, presente per il terzo anno consecutivo. Senza molti scossoni, anche sul piano della spettacolarità, il tabellone femminile, dove domina a sorpresa l’italiana Simona Vernier. Nel 1992 i protagonisti del “Città di Firenze” sono tre: l’inglese Andrew Richardson, il marocchino Salan Adbib e l’italiana Francesca Lubiani, alle sue prime importanti vittorie. Richardson impressiona per il bel gioco, l’eleganza dei movimenti. E’ lui il dominatore assoluto al quale il solo, simpaticissimo Adbib riesce a tenere testa fino alla finale. Nel femminile, la Lubiani deve cedere all’austriaca Barbara Schett, ma con merito.

Il titolo di una rivista specializzata “A Firenze per Pasqua un’altra Capriati” è il preludio di quella settimana tennistica, 5/12 aprile 1993 tra le più intense della storia della manifestazione. La nuova Capriati, quella che organizzatori e pubblico attendono, è la tredicenne svizzera Martina Hingis che l’anno precedente a soli undici anni e mezzo si era aggiudicata l’Avvenire. Martina giunge in compagnia della mamma, Melanie sua unica manager di origine cecoslovacca, buona giocatrice, prima maestra della figlia alla quale aveva imposto il nome del suo grande idolo, la Navratilova. Intervistata tra una pausa e l’altra delle gare, mamma Melanie aveva detto “A noi basta che le aziende, la Tacchini e la Volkl, diano a Martina il materiale che le serve per giocare. Al resto pensa la federazione svizzera che la segue, anche per le spese, da quando Martina aveva nove anni”. A vederla giocare con quella naturalezza più che a Martina Navratilova, pensarono i tecnici e gli spettatori, assomiglia a Chris Evert. “Sogno di giocare a Wimbledon”, confidò in quei giorni al cronista. Di lì a tre anni, eccola accontentata. Interessante notare come, in quell’edizione, fino dai primi giorni di gare, il pubblico affollasse i campi del circolo, ma in particolare il “centrale” dove giocava Martina. Si esibì alla grande per tutta la settimana, poi la pioggia venne a negarle il successo finale. Per riprendere gli incontri persi, la Hingis dovette giocare quarti e semifinale nello stesso giorno: superò i primi battendo la Bakalarova, ma poi stremata non ebbe la forza di vincere la lussemburghese Anne Kremer e si fermò. Confermò di essere giocatrice completa, aggiudicandosi il doppio con la connazionale Manta. Un po’ opaco il tabellone maschile, dove vinse l’olandese Roger Wassen a spese dell’azzurrino Riccardo Ciruolo.

La bella storia di Martina Hingis e Firenze prosegue l’anno dopo. La svizzera aveva appena trionfato al Roland Garros, veniva considerata ormai la più forte juniores del mondo e decide di tornare sui campi delle Cascine. Questa volta per vincere.

Quella del 1994 fu un’edizione molto importante, ad incominciare dalla presenza di Martina Hingis. Alla finale del femminile (Hingis-slovacca Nagyova) erano presenti duemila spettatori. Le tribune naturali del “centrale” erano insufficienti a contenere tutto il pubblico; questo fatto convincerà gli organizzatori ad installare delle tribune in collaborazione con il Comune di Firenze.

La performance di Martina Hingis alla manifestazione lasciò in ombra il tennis maschile, dove vinse l’olandese Rainer Sluiter.

Fabrizio Fanucci che, dopo Sergio Palmieri, dirige il torneo da molti anni, chiamato dalla Federtennis al centro di Cesenatico, cede il posto al maestro federale Mario Nesti. Nella edizione del 1995, per la prima volta sono in ombra i tennisti dei paesi dell’Est e vincono due francesi: Jean Baptiste e Perlant e Amelie Mauresmo. Gli italiani, nonostante la presenza del direttore tecnico della FIT, il cecoslovacco Tomas Smid, escono tutti di scena sia ai quarti che nelle semifinali.

Con la XXI° edizione (1996) il torneo abbandona la sua tradizionale collocazione nella settimana di Pasqua per inserirsi nel “calendario” internazionale con una data fissa, quella del 25 maggio-1 giugno. Siamo a cavallo tra il Bonfiglio e il Roland Garros e si spera nella crescita ulteriore del livello qualitativo. A conti fatti, non è così: il pubblico sembra non gradire questa nuova data del torneo e i migliori juniores del mondo prima giocano al torneo internazionale giovanile di Santa Croce sull’Arno, poi si spostano a Parigi. Ci si consola con la finale raggiunta dall’italiana Scartoni che tuttavia cede alla canadese Cristina Popescu. Affermazione canadese anche nel maschile, con la vittoria di Jocelyn Robichaud, impostosi allo slovacco Tabara.

Il 1997 vede il torneo tornare alla vecchia data della settimana di Pasqua. Si punta molto sulla nutrita presenza degli azzurrini tra i quali Vico e De Vecchis che hanno dominato nella Winter Cup. Tra gli under 18 c’è il forte Florian Allgauer, in procinto di essere riserva di Coppa Davis; ma l’azzurro delude e perde in semifinale ad opera del bosniaco Basalic. A sorpresa vince il russo Artem Derepasko sul croato Ancic. Nel femminile, la vittoria va alla slovacca Tina Psnik sulla francese Chevalier.

1998. E’ questo l’anno del Centenario del C.T. Firenze e anche per il Torneo Internazionale Giovanile è un anno importante. Si era iscritto il livornese Filippo Volandri, una delle speranze del tennis italiano, con alle spalle numerose vittorie nei tornei juniores. Ma si era anche iscritto lo svizzero Roger Federer campione nazionale juniores e abbastanza sconosciuto almeno in Italia. La competizione fu seguita per tutta la settimana da un pubblico eccezionale che, da prima tifava per l’italiano, e poi dovette cedere alla superiorità tecnica e tattica del giovane svizzero che in finale dominò Volandri difronte a tremila spettatori. Particolare interessante, sia Federe che Volandri si ritrovarono in finale anche nel doppio. Che il 1998 fosse per il “centrale” delle Cascine fosse un anno magico, lo conferma il tabellone femminile dove la belga Clijsters, poi ai vertici della classifica mondiale venne battuta in finale dau una sconosciuta slovacca che si chiamava Psnik.

1999. Questa edizione vide brillare poco il tabellone maschile, dove gli italiani ebbero un ruolo secondario. In finale il belga Wauters sconfigge lo svizzero Lammer. E’ invece nel femminile che la lotta è interessante e accesa, sia per la presenza della vincitrice, la spagnola Marrero e l’italiana Roberta Vinci che deve cedere in finale. Da quest’anno l’azzurrina inizierà a far parlare di se anche a livello internazionale, tanto da essere, successivamente, una delle punte della squadra azzurra.

2000. Ancora una volta è la presenza dei tanti giovani stranieri a farla da padrona, con esclusione di Roberta Vinci che, un anno dopo, raggiunge ancora la finale contrapposta alla estone Kanepe. In campo maschile, il tedesaco Linda domina il tabellone fino dalle prime gare e trova in finale lo jugoslvao Madarowski, lo batte e entra nell’albo d’oro del torneo.

2001. Questa edizione è caratterizzata dalla presenza della russa Safina, sorella del grande Safin. E’ una ragazza dal fisico potente e in possesso di ottimi colpi. Il pubblico fiorentino ritrova un “personaggio” da seguire ed incitare. La giovane russa dominerà il tabellone– con qualche difficoltà perché due volte vince al terzo set- e in finale supererà la slovacca Nociarova. Interessante anche la sfida nel maschile dove l’ttimo tedesco Mayer trova nel dotatissimo francese Morel –che poi si perderà tra i professionisti- un ottimo antagonista. Vince Mayer una finale molto combattuta.

2002. Di fronte, per la finale di questa edizione, la polacca Marta Domacihowska e la tedesca Katja Blocker. Il macth si è concluso –durato solo un’ora- con la vittoria della polacca Domachowska anche grazie al ritiro della sua avversaria per uno stiramento. Nel maschile lotta finale tra il francese Montcourt ed il polacco Przysienzny. Favorito era il tennista francese, ma alla fine e con sorpresa la vittoria è andata al polacco. Notata ancora l’assenza di afferazione italiana.

2003. Questa volta è il tedesco Andrea Beck ad aggiudicarsi il torneo. La finale, tutta tedesca, lo vede difronte a Sebastian Rieschich. Nel femminile, finalmente un italiana, Margot Torre che gioca bene e vince fino all’incontro finale quando deve cedere alla superiorità della spagnola Adriana Gonzales Penas, tennista di talento.

Nel 2004 è l’italiana dell’Ato Adige la trionfatrice del torneo fiorentino. Parliamo di Karin Knapp subito passata al professionismo e tra le migliori italianne. La sua vittoria arriva dopo che da tredici anni a Firenze non si affermava una tennista di casa nostra. La Knapp ha battuto in finale l’olandese Bibiane Schoofs. Nel tabellone maschile iscrive il suo nome all’albo d’oro l’inglese Miles Kasiri che in finale ha superato la teste di serie del seeding l’olandese Robin Haase.

2005. In questa edizione c’è per gli italiani una doppia soddisfazione. Prima, la vittoria dell’azzurrino Andrea Arnaboldi sul croato Luka Belic in una finale senza storia; seconda la finale conquistata dall’italiana Sara Errani che poi, nel match conclusivo, si è fatta battere dalla quindicenne olandese Renèe Reinhard.