La palazzina del tennis fu donata al Circolo dal presidente Giovanni Cini. Il progetto e l'esecuzione furono affidati all'architetto Pietro Berti (1847 - 1904) che aveva già al suo attivo, nella costruzione di impianti sportivi, le tribune per le corse dei cavalli alle Cascine.
Il piccolo edificio originariamente era ad un solo piano con una loggia al centro ed un coronamento costituito da un attico e un timpano. Il tutto di un gusto classicheggiante molto sobrio e misurato. Ma aldilà dei suoi meriti estetici, la palazzina del tennis fu un impianto per l'epoca avveniristico che rimase nella sua forma originaria pressoché immutato fino agli anni '50. Divisa in tre parti: a sinistra, dove oggi c'è la grande sala carte, c'era lo spogliatoio uomini con al centro una grande stufa nera a legna per riscaldare in inverno i giocatori che si cambiavano; al centro la sala di lettura con un grande bar di marmo bianco; a destra, infine, dove oggi c'è la segreteria, gli spogliatoi delle donne.
Dopo qualche anno venne tolta la ringhiera centrale e i gradini diventarono tribuna per il pubblico. Più tardi, dopo la seconda guerra mondiale, la parte centrale verrà sopraelevata e sarà chiusa anche la loggia. Alla fine degli anni '50, con l'aggiunta di una bella sala a vetri sul retro adibita a ristorante e con la costruzione in uno spazio adiacente dei nuovi spogliatoi maschili e femminili, le sue sale, tranne una piccola parte adibita a segreteria, saranno a completa disposizione dei soci.
Vi trovano spazio oltre al ristorante, due ampie sale carte, una sala per la televisione, una per i bambini , il bar e, nella parte sopraelevata, una sala assemblee. Rinnovamento nel rispetto delle forme originali sono le caratteristiche di questa opera che dopo tanti anni non ha perso la sua misura e la sua eleganza.